Fantasmi di Romagna

Fantasmi di Romagna

C’è una credenza,forse non del tutto consapevole, ma tenacementebradicata nelle civiltà agricole: quella della potenza magica della terra. La terra ha la facolta’ di resuscitare. Ne è prova la vicenda stagionale della vegetazione: il seme apparentemente morto ritorna nel grembo della terra e rinasce a nuova vita.
Gli storici delle religioni hanno rilevato che le civiltà agricole ( a differenza di quelle nomadi e guerriere che incontravano i morti) introdussero per prime l’uso dell’animazione, derivato dalla convinzione che la permanenza nel grembo della terra avrebbe consentito al morto di rigenerarsi come i semi e le piangeva primavera.
La terra che resuscita il seme può anche rigenerare i morti o le loro ombre.
Sicuramente è questa concezione atavica che alimenta la tradizione spiritica nelle campagne romagnole: questa oscura consapevolezza può puo dare forma di fantasmi alle ombre della notte e trasformare il fischio del vento nella vice dei trapassati.
Possiamo considerarla suggestione collettiva, molto potente ,che può portare all’ossessione.
Non a caso non sono rari i casi di possessioni spiritiche o demoniache reali o presunte in terra di Romagna.

A Sarsina, a una cinquantina di chilometri da Forli, si conserva con venerazione il ” COLLARE degli indemoniati” che viene applicato a fini esorcistici a coloro che,a torto o a ragione, si ritengono posseduti da forze infere.

Suggestione o realtà? ” dagli spiriti che evochi mai più ti libererai”, diceva Goethe . La sua teoria è accreditata : secondo autorevoli studiosi di questi fenomeni, la disponibilita’ a recepire e ad ammettere la presenza di larve i fere costituirebbe un’evocazione talmente potente da consentirne la materializzazione mezzo a noi. Comunque, quale che sua la loro origine e la loro ” consistenza” ( si fa per dire), in Romagna gli spiriti sono du casa.

A Solarolo invece la tradizione spiritica affonda le sue radici in un inquietante presenza sotterranea : un passaggionsegreto di epoca medievale, lungo due o tre chilometri, che congiunge Solarolo con un paese vicino, Bagnara di Romagna.

Su questo tunnel, che nessuno mai ha osato visitare ,si raccontano varie leggende.
Pare che si sia insediato li spirito senza pace del “Mazzapedar” (l’amnazzapadre), un parricida senza nome e senza tempo che istigherebbe al suicidio coloro a cui si avvicina.
Prove di questa reale presenza sono solo la tenacia della sua tradizione e forse qualche testimonianza da prendere con molta cautela.

Un episodio abbastanza convincente occorse prima dell’ultima guerra. Una figura terrificante femminile appariva spesso nei pressi della camera mortuaria vicino al cimitero tanto che la gente del luogo le diedero un nome “La Piligrena”( la Pellegrina).
Un carpentiere detto Sintine’ doveva trasportare di notre un carro di legna da Solarolo a Lugo a circa 9 chilometri di distanza e doveva passare per forza davanti al cimitero.
Quella sera gli amici all’osteria lo avevano ammonito a guardarsi da brutti incontri .
Risate generali e Sintine si avvio’ dopo cena con un po’ di inquietudine.
Poco prima di arrivare al cimitero si fermo’ per far riposare il cavallo e passare poi velocemente davanti al cimitero.
Ma quando fu davanti alla camera mortuaria il cavallo si impenno’ impazzito, nutrendo paurosamente . La Piligrena era davanti al carro , ed era così orrenda che Sintine’ non seppe mai descriverla .
Scene. Il contadino della casa vicino al cimitero attratto dalle grida, si precipito’ a soccorrerlo e lo trovo’ morente ma riusci a raccontare l’accaduto prima di spirare.