Il vampiro di Brooklyn – Albert Fish (Video)

Nonostante il caso di Albert Fish appartenga ormai da diversi decenni al passato e, nonostante negli ultimi decenni ci sia stato un incremento di crimini seriali esponenziale con casi di inenarrabile ferocia, Albert Fish resta tuttora il serial killer universalmente riconosciuto come il più perverso ed efferato di tutta la storia del crimine.

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Nella sua personalità verranno poi riscontrate ben 18 parafilie, dal sadismo al masochismo, dalla coprofagia al cannibalismo, dalla pedofilia all’ossessione religiosa, dalla flagellazione all’autocastrazione. Albert Fish nasce a Washington, il 19 maggio 1870. Il suo background familiare non ha nessuna parvenza di normalità e, se mai fosse possibile dimostrarlo, sarebbe il caso più evidente che in alcuni casi, il seme del serial killer potrebbe avere un’impronta genetica. Infatti tutta la sua famiglia, seppure considerata normale e rispettabile, aveva alle spalle diversi casi di malattie psichiatriche che avevano colpito i vari membri. Uno zio ed un fratellastro deceduti in ospedali psichiatrici, dove erano ricoverati per psicosi e visioni mistiche, un altro fratello idrocefalo, ossia dal cranio più grande del normale, dovuta alla presenza di liquido nel cervello e che porta sintomi come la visione doppia ed il disturbo di personalità. Infine sua madre e sua zia presentavano allucinazioni visive ed uditive.
fish3Suo padre, Randall Fish, invece muore nell’ottobre del 1875, quando Albert ha soltanto 5 anni e sua madre, che non ha i mezzi finanziari per mantenerlo ed educarlo, si vede costretta a mandarlo in un orfanotrofio dove il piccolo Albert passerà nove lunghi anni. E’ proprio in questo orfanotrofio che impara a sopportare il dolore, a causa delle ripetute punizioni che prevedevano l’uso della frusta sul corpicino nudo di chiunque commettesse errori, davanti a tutti gli altri bambini. Più tardi dirà riferendosi a quel periodo l’unica cosa che ho imparato lì dentro è che dovevo farmi piacere tutto ciò che faceva male“.
Quando finalmente esce da questa esperienza, si mantiene facendo lavoretti di fortuna ed impara il mestiere di imbianchino fino a specializzarsi come decorastore di interni. All’età di 26 anni si sposa con una ragazza di sette anni più giovane, dalla quale avrà sei figli. Il matrimonio però non dura molto. La moglie lo abbandona per un altro uomo e si porta via tutto dalla casa. Tranne i figli. Quelli vengono lasciati ad Albert.
Abbandonato a se stesso, Fish comincia a compiere piccoli crimini come scrivere e spedire delle lettere oscene. Viene arrestato più volte. Finisce in manicomio. Secondo alcuni avrebbe cominciato a uccidere proprio in questo periodo, nel 1910. Vittima un uomo adulto. Inoltre è in questo periodo che comincia ad essere letteralmente ossessionato dalla religione.
Le allucinazioni sia visive che uditive erano frequenti. Diverse volte, improvvisamente, levava le braccia aperte al cielo ed urlava “Io sono Cristo!“. Proprio a causa di queste allucinazioni e di letture distorte della bibbia, si convinse che Dio stesso gli aveva dato ordine di espiare i suoi peccati attraverso punizioni corporali, e compiendo sacrifici umani ai danni di bambini, mediante tortura e castrazione. Su se stesso invece praticava atti di fustigazione, obbligava i suoi stessi figli a frustarlo fino a sanguinare, imbeveva bastoncini per la pulizia delle orecchie nell’alcool, e li incendiava dopo averli infilati nell’ano. Inoltre era solito infilarsi aghi nella zona tra l’ano e lo scroto, aghi che spesso riusciva poi a togliere, ma non sempre, infatti quando fece queste dichiarazioni gli venne fatta una radiografia al bacino, per appurare se ciò che diceva non fosse solo frutto delle sue farneticazioni. Ma così non era, nell
fish_xraye lastre erano chiaramente visibili ben 29 aghi. Così comincia a perseguire il suo folle disegno di purificazione che lo porterà ad ammazzare un numero indeterminato di bambini, numero che varia dai 15 accertati fino ad arrivare a 100. Di tutti questi delitti alcuni rimasero per anni impresse nei ricordi di chiunque.
È una mattina di luglio del 1924. Francis McDonnell, otto anni, sta giocando di fronte a casa, vicino ai boschi di Charlton, a Staten Island sotto gli occhi vigili della madre che allatta una neonata. Ad un certo punto nota poco distante un signore anziano, vestito male, che guarda insistentemente i bambini, borbottando frasi incomprensibili tra sè e sè. Poi l’uomo scompare.
Quel pomeriggio, però, lo stesso uomo ritorna e avvicina Francis mentre gioca a palla con quattro amici e lo porta via. Nessuno sembra accorgersi della scomparsa del bambino. L’allarme viene dato solo la sera, quando i genitori si rendono conto che Francis non si presenta per cena. Suo padre, un poliziotto, organizza personalmente una ricerca insieme ad altri agenti e volontari. Il piccolo Francis viene ritrovato poche ore dopo, sdraiato sotto dei rami, con i vestiti strappati, strangolato con le proprie bretelle e con chiari segni di bastonate sul corpo.

     È l’11 febbraio 1927,
Billy Gaffney, 4 anni, ed un suo amico di un anno più piccolo stanno giocando nel cortile davanti alla loro abitazione. A tenerli d’occhio c’è un ragazzino di 12 anni. Questi però, ad un certo punto, deve allontanarsi perchè sente il pianto della sorellina piccola provenire dall’interno della casa. Al suo ritorno, dei due bambini non c’è più traccia. Il ragazzino corre ad avvisare il padre del bimbo più piccolo, e cominciano a cercarlo. Verrà ritrovato poco dopo, sul tetto di casa, ma del suo amichetto Billy Gaffney non c’è nessuna traccia. Chiedono al piccolo dove sia finito. La risposta fu “L’ha portato via l’uomo nero”. Nessuno però dà peso a queste parole, così viene organizzata una ricerca nelle zone vicine, dragando anche un piccolo torrente. Quando fu chiaro che la ricerca non avrebbe portato ad un ritrovamento, finalmente qualcuno si decise a parlare di nuovo con l’unico testimone, il bambino di tre anni, e farsi dare una descrizione dell’uomo nero. Corrispondeva ad un uomo di età avanzata, magro, con capelli e baffi grigi.
La descrizione ricorda a qualcuno un caso simile registrato qualche anno prima ed ancora irrisolto.

Di quel vecchietto nessuna traccia.
albert fishLa fine che riservò al piccolo Billy fu davvero atroce. Sarà Albert Fish stesso a raccontare il trattamento riservato alla piccola vittima. Fu portato in una discarica di rifiuti, all’interno della quale c’era una casa abbandonata. Qui Billy venne spogliato di ogni abito, che venne poi bruciato, e lasciato lì, legato con degli stracci. La morte arriva il giorno dopo, quando Fish ritorna in quella casa e tortura la sua piccola vittima, frustandolo fino a farlo sanguinare. Poi quando è ancora vivo, gli mutila le orecchie ed il naso. A quel punto il piccolo muore, ma per Albert non è ancora finita. Inizia a smembrare il cadavere, liberandosi delle estremità e conservando le parti più tenere. La testimonianza di cosa ne fece fu aberrante per tutti. In alcuni stralci si legge: “.. Feci uno stufato con orecchie, naso, pezzi della faccia e pancia, come condimento usai cipolle, carote, rape, sedano, sale e pepe. Era buono. Poi tagliai le natiche e i suoi genitali dopo averli lavati. Poggiai strisce di pancetta affumicata su ciascun gluteo prima di metterli nel forno“, e ancora “Vi assicuro che non ho mai mangiato un arrosto di tacchino buono anche solo la metà del suo. Mangiai ogni pezzo della sua carne in quattro giorni…“.

Nonostante tutto, il caso che rimase per più tempo impresso nell’opinione pubblica fu quello della piccola Grace Budd. Suo fratello, Edward, di 18 anni, per aiutare economicamente la famiglia estremamente povera, decide di mettere un’inserzione su un giornale locale per offrirsi come bracciante agricolo, seguito dall’indirizzo. Così alla porta di casa suonò un signore anziano, dall’aspetto curato e dalla corporatura esile, con baffi e capelli grigi. Si presentò come Frank Howard e disse che era lì per via dell’annuncio sul giornale, e per parlare con Edward. La famiglia Budd era entusiasta di quella visita. Il sig. Howard aveva detto loro di possedere una fattoria con centinanai di galline ed alcune vacche, che aveva tirato su con l’aiuto dei suoi sei figli e di qualche bracciante. I Budd invitarono il gentile sig. Howard a trattenersi per pranzo, e fu proprio quel pranzo a risultare fatale per la piccola Grace. Infatti proprio mentre tutti si sedevano a tavola, fece il suo ingresso la piccola Grace, una graziosa bimba di 10 anni, che colpiva per il contrasto tra i suoi capelli castano scuro ed il colore pallido della pelle su cui spiccava il rosso vivo delle labbra. Era ancora vestita con il suo abitino della domenica, di seta bianca. Canticchiava una canzoncina per bambini. In quell’attimo Albert Fish, sotto le vesti di Frank Howard, decise che non gli interessava più il giovane e forte Edward, ma voleva a tutti i costi la piccola Grace. La riempì di complimenti, la fece sedere sulle sue gambe tirando fuori un pò di dollari. “Vediamo se sei brava a contare” le disse. A fine pranzo il sig. Howard si congedò dalla famiglia dicendo che sarebbe tornato in serata a prendere il giovane Edward, per portarlo alla fattoria. Prima doveva andare, però, dalla sorella che dava una festa di compleanno. Si offrì di portarci anche la piccola Grace, che si sarebbe sicuramente divertita con gli altri bambini e avrebbe apprezzato molto i dolci. Il sig. Howard rassicurò i genitori della piccola, promettendo che prima delle 9 di sera l’avrebbe riportata indietro, e lasciò l’indirizzo di casa della sorella. La 137esima strada.
fish_victim_grace_buddI genitori non erano molto propensi inizialmente, ma poi il padre accettò, dicendo alla moglie che ben poche volte poteva ricapitare un’occasione del genere per Grace di divertirsi ed andare ad una festa.
Ovviamente, quando la serà arrivò, non ci fu nessun ritorno di Grace, ne tanto meno notizie di dove fosse. Dopo una notte insonne, la mattina i genitori mandarono Edward alla polizia per denunciare la scomparsa della piccola Grace. Le indagini diedero subito brutte notizie. L’indirizzo che Frank Howard aveva dato loro era falso, ma non solo, anche il cosiddetto sig. Howard non esisteva, come non esisteva la sua fattoria a Farmingdale.
Albert Fish aveva colpito di nuovo, e si era spinto ancora più in là nella ricerca del brivido. Era andato a prendersela in casa stavolta, pranzando con tutta la famiglia. Non contento, fu proprio lui a far sapere al mondo, cosa ne era stato della piccola Grace. E lo fece nel modo più disgustoso e crudele. Mandando una lettera con tutti i dettagli alla signora Delia Budd, madre di Grace. La lettera recitava così..
“Mia cara Signora Budd, Nel 1894 un mio amico si era imbarcato come mozzo sul piroscafo Tacoma, con il Capitano John Davis. Loro navigarono da San Francisco fino ad Hong Kong in Cina. All’arrivo lui e altri due entrarono in città e si ubriacarono e quando tornarono la barca era già ripartita. A quel tempo c’era carestia in Cina. La carne di ogni genere costava da 1 a 3 dollari a libbra. Tra la gente povera era così grande la sofferenza che tutti i bambini al di sotto dei 12 anni furono venduti come cibo per non permettere che gli altri morissero di fame. […]. Lei poteva andare in qualunque negozio e chiedere una fetta di carne o carne per lo stufato, parte del corpo nudo di un ragazzo o una ragazza sarebbe stata portata fuori e lei avrebbe potuto scegliere il pezzo da tagliare. […] Lui mi parlava così frequentemente di quanto era buona la carne umana che un giorno mi decisi ad assaggiarla.
Domenica 3 giugno 1928 io ero venuto da voi al numero 406 ovest della quindicesima strada, e vi avevo portato del formaggio e delle fragole. Noi avevamo pranzato insieme. Grace si era seduta sul mio grembo e mi baciò e io decisi di mangiarla. Alla proposta di portarla ad una festa lei mi rispose di si, che poteva venire. La portai ad una casa vuota a Westchester che avevo già scelto in precedenza. Quando arrivammo là, le dissi di rimanere fuori e lei cominciò a raccogliere dei fiori. Io andai di sopra, mi spogliai e posai i miei vestiti. Non volevo che il suo sangue li sporcasse. Quando tutto era pronto la chiamai dalla finestra e poi mi nascosi dentro un armadio, fino a quando lei non arrivò dentro la stanza. Quando lei mi vide si mise a piangere e tentò di scappare, io l’afferrai e lei disse che l’avrebbe detto alla mamma.
Per prima cosa la spogliai nuda e come lei cominciò a graffiarmi e a mordermi la strangolai a morte, poi la tagliai in piccoli pezzi affinchè potessi trasportare la carne a casa mia. La cucinai e la mangiai. com’era dolce e tenero il suo piccolo culetto arrostito nel forno, ci impiegai 9 giorni per mangiare il suo intero corpo. Non l’ho scopata anche se ne avrei avuto voglia. Lei morì vergine
“.
Questa crudele e sadica lettera venne recapitata ben 6 anni dopo la scomparsa di Grace. Ma si rivelò un grosso errore per Albert Fish. Infatti era scritta su una carta che recava il logo N.Y.P.C.B.A., che stava per New York Private Chauffeur’s Benevolent Association. Immediatamente il detective King, con l’ausilio del presidente dell’associazione, riunì un consiglio di emergenza tra i membri. Una volta appurato che tutti passarano il test calligrafico, chiese ad ognuno se qualche volta era capitato loro di portare buste o carta da lettere all’esterno dell’associazione. Spuntò quindi un custode, che ammise di aver lasciato qualche busta e della carta da lettera nella sua vecchia casa. Quando la polizia arrivò sul posto trovò solo la padrona di casa, che confermò che lì ci viveva un signore corrispondente alla descrizione che gli inquirenti le avevano
fornito. Si chiamava Fish, Albert Fish, ma che era fuori città per qualche giorno. Quando quel giorno arrivò, la proprietaria di casa avvisò la polizia. Fish venne arrestato dopo una breve colluttazione.
fish_processoIl processo ad Albert Fish cominciò l’11 marzo del 1935, il capo di imputazione era omicidio premeditato ai danni della piccola Grace Budd. La difesa cercò di ribaltare la perizia dei medici, che vedevano in Fish una persona sessualmente disturbatra da diverse aberranti perversioni, ma perfettamente in grado di intendere e di volere, quindi sano di mente. L’accusa dal suo canto rincarò la dose ricordando a tutti come era stato in grado di pianificare l’omicidio della piccola Grace in ogni minimo dettaglio, rimanendo sempre freddo e lucido. Stesso atteggiamento di freddezza e lucidità Fish lo ebbe anche durante il processo, al quale presiedeva in maniera quasi disinteressata. L’unica cosa che disse è che preferiva rimanere in vita perchè.. “Dio ha ancora del lavoro per me“.
La condanna era scontata (anche perchè la popolarità del caso fece spuntare altri testimoni che avevano visto quel signore passeggiare con bambini, riconoscendolo dai giornali). Condannato a morte tramite esecuzione sulla sedia elettrica. Fish alla lettura della sentenza non si scompose, e si rifiutò anche di ricorrere in appello, sostenendo che la sedia elettrica era l’unica modalità che gli mancava per procurarsi dolore. L’esecuzione venne eseguita la sera del 16 gennaio del 1936.

fonti : fuocodiprometeo e serialkillers.it